LA UIL PENITENZIARI PIU' CHE LA CHIUSURA CHIEDE IL POTENZIAMENTO DEL TRIBUNALE
SULMONA - La Uil Penitenziari si dice molto preoccupata della piega che ha assunto la vicenda del tribunale di Sulmona e della paventata idea di chiuderlo entro il 2015. La scelta di togliere una istituzione così importante rappresenta una disfatta sotto tutti i punti di vista. Se chiudere il tribunale di Sulmona, che per le sue peculiarità territoriali rappresenterebbe una pietra miliare per i cittadini ed operatori che ivi ci vivono, rappresenta azzardato, farlo in un periodo storico come quello che ha visto trasformare la Casa di reclusione di Sulmona in un carcere di Massima sicurezza rappresenta quanto di più deprecabile ci possa essere in termini di decisioni prendibili.La Uilpenitenziari vorrebbe ricordare ai competenti in materia che presso il carcere di Sulmona, da alcuni mesi, sono ristretti detenuti che in quanto a status criminale rappresentano il massimo in termini giuridici.L'associazione mafiosa è il reato più rappresentato dagli stessi e le pene alle quali devono soggiacere, per centinaia di loro, non scendono al disotto dell'ergastolo.La frequenza giuridica che caratterizza le loro vite "criminali" è tra le più alte d'Italia e quindi la necessità che gli stessi hanno di doversi rifare ad un organo giuridico, soprattutto se si considera l'istituto della rogatoria e delle videoconferenze, dovrebbe già di per sè favorire la presenza se non addirittura potenziare, una realtà qual'è quella di un tribunale ma che, viceversa e in maniera del tutto paradossale, si vorrebbe chiudere. Il tutto con logiche conseguenze anche per gli operatori carcerari i quali, proprio per il pesante carico giudiziario che contraddistingue i 420 detenuti di eLevata sicurezza e collaboratori di giustizia, hanno già sperimentato un notevole aumento di traduzioni a lunga gittata (Sicilia, Calabria etc.).La corte costituzionale rigettando le questioni di legittimità costituzionale ha voluto solo esprimersi nel merito e su questo nulla questio. In questo caso, infatti, la Corte ha fatto solo il proprio dovere. Chi dovrebbe invece sobbarcarsi l'onere di rivedere la scelta è proprio chi ha voluto che si facesse questa scelta vale a dire La politica.Seppur apprezzabile lo sforzo fatto dalla senatrice Stefania Pezzopane, la Uil Penitenziari chiede ai politici tutti un maggiore sforzo volto a rivedere le scelte fatte in precedenza e sulla scorta anche delle novità nel frattempo subentrate, vedasi nuova circuitazione del carcere, restituire a Sulmona serenità per il futuro.Se non lo faranno gli stessi politici che hanno voluto questo dovranno rispondere degli agravii delle condizioni di lavoro dei dipendenti ed anche dei tanti posti di lavoro che saranno messi a rischio qual'ora l'indotto che gira attorno al tribunale dovesse venir meno.La riforma, come sottolineato da Gabriele Tedeschi, amche per la Uil penitenziari non garantirà né risparmio di denaro pubblico né maggiore efficienza, ma creerà solo notevoli disagi. Quei disagi che la polizia Penitenziaria non vorrebbe aggiungere a quelli che già ha e che di fatto stanno gettando in un baratro le aspirazioni e i diritti di molte persone operanti nel settore.
Il Segretario Provinciale Uilpenitenziari
Mauro Nardella