TRIBUNALE, INFONDATA QUESTIONE DI LEGITTIMITA' SOLLEVATA DA SULMONA

04.07.2013 10:27

SULMONA - Via libera della Corte Costituzionale alla riforma della geografia giudiziaria, che prevede il taglio di 31 tribunali e 220 sedi distaccate. La Consulta, infatti, con una decisione adottata a tempo di record ha bocciato le questioni di legittimità costituzionale sollevate da alcuni uffici giudiziari contro la loro soppressione.In particolare i giudici costituzionali hanno dichiarato non fondate le questioni di legittimità sollevate dai tribunali di Sala Consilina, Montepulciano, Pinerolo, Alba e Sulmona, e ha ritenuto inammissibile quella presentata dalla Regione Friuli Venezia Giulia. L’unica "bocciatura" della nuova geografia giudiziaria riguarda la soppressione del tribunale di Urbino.La Consulta ha dunque di fatto "promosso" la riforma voluta dall’ex Guardasigilli Paola Severino e portata avanti dall’attuale Governo, con il ministro Annamaria Cancellieri intenzionata ad attuarla entro settembre. Un via libera significativo e non affatto scontato, considerata l’opposizione di numerose comunità e di diverse parti politiche.Nel corso della discussione pubblica, erano state illustrate le varie questioni, "a cominciare – ha spiegato il relatore, il giudice costituzionale Giancarlo Coraggio – dalla dichiarazione di incostituzionalità dalla legge delega, inserita nell’iter di conversione di un decreto legge. E questo contrasterebbe, a detta dei rimettenti, con due principi affermati dalla Corte: sarebbe ‘intrusa’ e si tratterebbe di una riforma approvata a dispetto del procedimento ordinario", perché priva dei requisiti di necessità e urgenza.Inoltre "il legislatore delegato non avrebbe rispettato puntualmente i criteri di delega fissati". Vengono contestate poi una serie di violazioni di "parametri costituzionali", dall’aver dato "prevalenza al risparmio e all’efficienza a dispetto del principio di solidarietà", i tagli "inciderebbero sui diritti dei lavoratori", e viene tra l’altro contestato il "diverso trattamento riservato ai dipendenti dei tribunali soppressi".Tutte questioni che la Corte costituzionale ha però ritenuto "non fondate" o "inammissibili", con la sola eccezione del decreto n. 155 nella parte che prevede la soppressione del tribunale di Urbino (co-capoluogo).

 

 

 

 

 

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