TRIBUNALE, SABATO 29 INCONTRO IN COMUNE

27.06.2013 20:08

SULMONA - In vista delle udienze, avanti alla Corte Costituzionale, relative al giudizio di legittimità costituzionale della legge delega e dei conseguenti decreti delegati in materia di riforma della geografia giudiziaria, il Sindaco Giuseppe Ranalli, ha convocato per sabato prossimo, 29 giugno, alle ore 10.30, nell’Aula Consiliare del Comune, un incontro per discutere sulle iniziative da intraprendere a tutela del Tribunale di Sulmona.

All’incontro sono stati invitati il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, on. Giovanni Legnini, il Presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, il Presidente e la Vice Presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo e Antonella Di Nino, il Vescovo di Sulmona Valva, mons. Angelo Spina, il Presidente del Tribunale, Giorgio Di Benedetto, il Procuratore della Repubblica, Aura Scarsella, il Presidente dell’Ordine Forense, Gabriele Tedeschi, il Presidente della Camera Penale, Uberto Di Pillo. Ed ancora, tutti i sindaci dei 36 comuni ricadenti nella circoscrizione giudiziaria del Tribunale di Sulmona, le senatrici Paola Pelino e Stefania Pezzopane, le forze sindacali e i rappresentanti degli Ordini Professionali degli Ingegneri, Architetti e Geometri.

"Ho ritenuto importante tenere questo incontro –ha spiegato il Sindaco- in quanto siamo in una fase cruciale per la sopravvivenza del nostro Tribunale. La Commissione Giustizia del Senato, all’unanimità, ha deliberato di richiedere il rinvio di un anno, vale a dire dal settembre 2013 al settembre 2014, della operatività dell’entrata in vigore dei decreti legislativi che prevedono la soppressione di 31 Tribunali, (per i quattro Tribunali abruzzesi interessati dal provvedimento la soppressione è prevista per settembre 2015). Ciò non di meno –ha concluso il il Sindaco- il Governo, attraverso il Ministero della Giustizia procede a tappe forzate verso la soppressione dei Tribunali ubicati in città non capoluogo di provincia, senza tener conto né dell’immediato giudizio della Corte Costituzionale è della volontà del Parlamento".

 

 

 

 

 

 

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