POLIZIOTTO PENITENZIARIO INDAGATO PER FURTO, LE REAZIONI DELLA UIL

22.03.2013 22:26

SULMONA - La Uil penitenziari Abruzzo, rappresentata da chi vi scrive, esprime il più totale disappunto per il modo attraverso il quale è stato confezionato l’articolo del dipendente del Ministero della Giustizia, facente capo ai ruoli amministrativi del carcere e che si presume, fino a prova contraria , fino a quando la sentenza non passerà in giudicato e solo dopo aver varcato i tre gradi di giudizio, ammesso che lo stesso malcapitato sia condannato, abbia sottratto dei soldi ai detenuti.

Intanto, come premesso, l’imputato non veste i panni di poliziotto penitenziario da moltissimi anni in quanto passato a ruolo civile e per vicissitudini che, nel rispetto della privacy dello stesso, non sto qui a raccontare. Nel periodo del presunto fatto egli svolgeva mansioni come impiegato amministrativo presso gli uffici della Direzione del carcere e quindi non in qualità di poliziotto penitenziario. Parlare quindi di rinvio a giudizio di un poliziotto penitenziario non è proprio vero. Evidenziarlo risulta foriero di dissapori per una categoria di lavoratori, qual’è quello della polizia penitenziaria , che quotidianamente rischia la vita, a seguito di quotidiane aggressioni siano esse verbali che fisiche, per salvaguardare l’intera società da incalliti e pericolosi criminali.

Definire poi secondino il poliziotto penitenziario fa denotare ancora una volta la poca conoscenza che si ha di questa professione sempre in prima pagina quando se ne deve parlare male ma mai quando invece se ne deve risaltare il merito.

Sarebbe bello raccontare all’opinione pubblica, così come si dovrebbe, anche delle problematiche che affliggono le vite dei poliziotti penitenziari e delle conseguenze psichiche che un lavoro come questo ha sulla vita di chi, con rispetto parlando per chi il lavoro non ce l’ha, lo svolge questo mestiere.

Cosa dire, ad esempio, delle decine di suicidi che ogni anno attanagliano gli agenti di polizia penitenziaria e che dai giornali vengono riportati se non in trafiletti e riposti negli angoli remoti degli stessi?

Molti forse non sanno che in luogo dei 19 anni, 6 mesi e un giorno che, prima dell’avvento della riforma pensionistica voluta dall’allora Governo agli inizi degli anni 90, servivano per raggiungere l’ambita meta del pensionamento, oggi per raggiungere il medesimo obiettivo bisogna aver calpestato i pavimenti di un carcere e a convivere con assassini, ladri, violentatori, pedofili, serial killer e chi più ne ha più ne metta per non meno di 40 anni. In carcere un poliziotto penitenziario vuoi o non vuoi, per salvaguardare tutti voi, compresi i vostri figli, dai soggetti di cui sopra, vi ci deve stare molto più del peggior criminale oggi esistente atteso che anche l’ergastolano la tanto agognata libertà, seppur nell’istituto del beneficio premiale, potrebbe raggiungerla trascorsi 27 anni di carcerazione. Forse un pò più di rispetto nei nostri confronti non ci farebbe certo male. Anzi ci aiuterebbe ad avere salubri energie mentali che certo non ci dispiacerebbe avere in un contesto lavorativo qual'è quello nostro.

Non sono qui a chiederVi di venir meno ai vostri diritti e doveri di sani e saggi lavoratori quali voi avete sempre dimostrato di essere stati per noi. A voi infatti non possiamo non rendervi meritevoli di aver contribuito alla risoluzione di molte delle nostre numerose vertenze. Tuttavia non posso esimermi nel chiederVi maggiore attenzione nel riportare alcune notizie le quali, oltre a non rappresentare il vero,ovvero parzialmente reali, corrono il rischio di compromettere quanto di buono si è fatto insieme, ripeto insieme, nel risaltare le non poche doti che i baschi blu hanno.

Ne vale per l’ottimo lavoro sinora fatto insieme.

Distintamente, Mauro Nardella, Segretario Provinciale Uil penitenziari

 

 

 

 

 

 

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